Pieve di Cusignano  

 

 

 

 

FORSE UN DELICATO MISTERO

 

Fu l'estate 
che passai a Cella
sulla strada
da Noceto a Varano
nella stanza
che sapeva di grano
e c'eran memorie
dell'uomo, lo zio
fratello d'una mia nonna,
non si sposò mai
e qui aveva passato
la vita che ora
mi appare un po' misteriosa
ripensando alle carte
polverose e ingiallite
ma anche odorose
di vaghe stagioni
e ore indefinite
le avevo trovate
in cassetti tarlati
fra colorate cartucce
ormai spente
con altre cose da caccia
in cuoio seccato,
poi c'erano tante
cartoline illustrate
che furono inviate
da pellegrinaggi
a Santuari e al Vaticano
non ricordo le date
ma sembravan messaggi
da un tempo arcano
quei lucidi fogli
che s'eran staccati
da libri ammucchiati
nel solaio scottante

a quell'ora di siesta,
là trovai Dante ..
una vecchia Commedia
senza più copertina 
e poi a tra poesia 
in un'antologia
rosicchiata e macchiata
riconobbi gli autori
dei trovatori vaganti
poeti d'amore,

ma fu nella Divina Commedia
di fianco ad uno dei canti,
soltanto quel canto,
che notai segni e parole
scritte mi pare col lapis
e ormai molto sbiadite,
alcune le potei decifrare
però tante rimasero indefinite
e a me rimase il pensiero
di poter ritornare
su quell'estivo sentiero
per cercar di scoprire
forse un delicato mistero.


4 agosto 1988

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