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AUTUNNI
L'aria del Parola
muoveva appena
i capelli un po' radi di mia madre,
era settembre, a un'ora
di pomeriggio già autunnale,
io sentivo l'odore invernale
della città dove andavo,
lasciando la campagna
e le cose d'estate
toccate da quell'aria nuova
che passava sopra il capo di mia madre
dando a me segnali di stagioni
in un cielo di continui ritorni
a quell'età inconscia della morte,
perché il viso di lei
e quei capelli un po' radi
erano la certezza che potevo andare
via nella città e anche,
in anni che parevano lontani,
in terre d'emigranti, d'oltremare,
ma lei, mia madre,
sarebbe stata sempre ad aspettare,
così pensavo nei giorni dell'eterno
quando il futuro
era prolungarsi del presente
nell'infinità di vite e cose attuali
come l' eterno di quelle preghiere
ripetute insieme a lei, la mamma,
nei dormiveglia dopo i giochi estivi
fin tardi nelle lunghe sere '
profumate da arie di campagne
e d'acque dove nel sonno
era cadere in giovanili sogni
con canti di raganelle innamorate,
ma finiva l'estate
quel pomeriggio
a un'ora già autunnale
là dove l'aria del Parola
muoveva appena
i capelli un po' radi di mia madre
e io già sentivo
in quell'aria l'odore invernale,
e le prime accoratezze di partenze.
22 settembre 1990
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