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I
DISPERSI DI PIEVE
(parlandone con Mario Rigoni Stern)
Anch'io, Rigoni Stern, sono un recuperante di ricordi, e quando d'inverno sosto sul tornante il secondo, quello grande fatto a belvedere sui bassi boschi e la valle di Pieve, vedo tre soldati immersi nella neve, certo che li riconosco anche dopo tant'anni, laggiù nel bosco dove le piante nude son come nere croci odo perfino alcune loro voci corali del comune passato quando Franco c'insegnava a sciare o giocavamo al pallone sul sagrato, e Cide più grande cantava in chiesa, all'osteria, e Guglielmo andava a morosa dalla loro sorella che poi divenne sua sposa appena prima che arrivasse la cartolina rosa con il «patriottico» richiamo e bisognò partire. Giorni festosi stavan per finire e tanti giovani andavano a morire costretti ad abbandonare la terra per la guerra,
Franco,
Cide e Guglielmo li mandarono in Russia come te, Mario scrittore che venivi dal Cadore e sapevi i segreti gaudio si della neve sotto le stelle la notte di Natale, sulla neve c'eran pecorelle inginocchiate nei Presepi insieme ai loro pastori somiglianti ai lavoratori dei nostri campi a Pieve, neve tranquilla in un mondo di pace dove il coro squilla sulla capanna, in chiese e per le Maestà ' con Madonne d estate,
l'angelico
messaggio, pace pace in terra alla gente di buona volontà, Li vedo ora immersi nella neve ma non è più la notte di allora con i pacifici pastori, troppi lavoratori della nostra terra sono andati via in guerra, e Franco, Cide, Guglielmo non sono ritornati, tu, Mario, li hai forse incontr nel gran paese vasto, sterminato che avevate occupato sospinti da follia, dei bruti vi avevano mandato a violentare una neve straniera e la sua gente brava uguale a noi di Pieve e del Cadore, Mario scrittore, forse li hai incontrati Franco, Cide, Guglielmo, erano dei semplici soldati contadini diventati alpini che non son più tornati dalla guerra alla terra, e quando d'inverno sosto sul tornante il secondo quello grande fatto a belvedere, laggiù nel basso bosco fra piante nude come croci nere ci sono tutti e tre, li riconosco, non han cambiato dalle stagioni eterne del comune passato, li sto qui a guardare ascoltando tante voci care che anch'io cerco di recuperare.
12 gennaio 1986
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