Pieve di Cusignano
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In una pausa nella lettura del Viaggio d'inverno di Attilio Bertolucci
Anch 'io ritorno in viaggi d'estate e da molto lontano a rivedere la terra che comincia da Parma, mi fermo a Fidenza, e a Pieve guardo giochi di colline serali che scendono piano su una strada, un torrente, una piazza e tante gaggie. Poi salendo a Gabbiano risento misteriose frescure che sono di acque nascoste in cespugli di spine e di more, le more non sono mature, ma io non posso aspettare che devo tornare sempre molto lontano dove sono emigrato, non posso aspettare settembre, le sagre d'autunno, le nebbie odorose di sugo quello fatto col vino, di lepre con la prima polenta tagliata col filo, e quelle piogge presaghe d'inverno , che lavano via La polvere estiva dalla nostra gaggia e dalle ultime more. lo parto prima ancor delle rondini che stan qui sotto la trave vicino al Sant ' Antonio circondato da calmo bestiame fino ai primi freddi, quei giorni di caccia e di fango, i cani nervosi su nature morte in cui dominava il fagiano. lo devo andare lontano quand'è ancora estate e c'è il ribes nell'orto in via De Amicis, ci sono lucertole snodate al sole negli orti, ma le rondini non restano, loro, fino al giorno dei morti? 7 settembre 1981 |
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