Pieve di Cusignano  

 

 

 

In una pausa nella lettura

del Viaggio d'inverno di Attilio Bertolucci

 

Anch 'io ritorno

in viaggi d'estate

e da molto lontano

a rivedere la terra

che comincia da Parma,

mi fermo a Fidenza,

e a Pieve guardo giochi

di colline serali

che scendono piano

su una strada,

un torrente,

una piazza

e tante gaggie.

Poi salendo a Gabbiano

risento misteriose frescure

che sono di acque

nascoste in cespugli

di spine e di more,

le more non sono mature,

ma io non posso aspettare

che devo tornare

sempre molto lontano

dove sono emigrato,

non posso aspettare

settembre, le sagre d'autunno,

le nebbie odorose di sugo

quello fatto col vino,

di lepre con la prima polenta

tagliata col filo,

e quelle piogge

presaghe d'inverno ,

che lavano via

La polvere estiva

dalla nostra gaggia

e dalle ultime more.

lo parto

prima ancor delle rondini

che stan qui sotto la trave

vicino al Sant ' Antonio

circondato da calmo bestiame

fino ai primi freddi,

quei giorni di caccia e di fango,

i cani nervosi su nature morte

 in cui dominava il fagiano.

lo devo andare lontano

quand'è ancora estate

e c'è il ribes

nell'orto in via De Amicis,

ci sono lucertole

snodate al sole negli orti,

ma le rondini non restano, loro,

fino al giorno dei morti?

7 settembre 1981

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Aggiornato il:  28 agosto 2017