A Ines, Mark e Matthew
Questo
libro, da tempo ideato nella presente struttura, include una poesia per mio
fratello scritta nel luglio 1986.
Purtroppo
lo scorso novembre Pierino ci ha lasciati.
Gli
dedicherò il mio prossimo libro dove ci saranno molte cose legate a lui.
Mario Pietralunga nacque a Fidenza, in
provincia di Parma, si è laureò a Bologna per risiedere negli Stati Uniti dove insegnò italianistica e
storia del cinema alla California State University di Sacramento.
Fù
collaboratore di giornali e riviste, autore di saggi letterari e di traduzioni in inglese fra
cui "Il vizio assurdo di Davide Lajolo".
Il suo
precedente libro di poesie, Gaggie di Pieve, è stato pubblicato da Lalli Editore nel 1985, ottenendo una
segnalazione al Premio Internazionale di Poesia «città di Marineo».
INTRODUZIONE
Nel presentare il mio secondo libro di versi sto ripensando a questa frase di
T.S. Eliot: «Il senso storico, cioè una percezione dell'immanenza del passato,
è praticamente indispensabile per chiunque continui a scrivere poesie anche
dopo i venticinque anni»,
Se Eliot implica che poeti sarebbero quelli che non smettono di scrivere versi
ad un'età intesa come limite della spensieratezza, penso di essere da
molto tempo uno di loro. In quanto al senso storico, credo di potermi inserire
fra i ricercatori del passato non soltanto per captare e trasmettere le speciali
sensazioni che derivano dal riscoprire tempi e luoghi della memoria, ma anche
per la consapevolezza dell'immanenza del passato con la funzione di condurre dal
mito alla storia. La lotta partigiana, a cui sono sempre più orgoglioso d'aver
partecipato, è spesso presente nelle mie poesie insieme a motivi sociali che la
mia lunga permanenza negli Stati Uniti, dove ancora vivo, mi ha fatto meglio
capire attraverso una realtà in molti aspetti deludente, La docenza alla
California State University mi aiuta a dedicarmi alla poesia. Tuttavia per
scrivere, soprattutto libri, occorre molto più tempo di quello che rimane dopo
la responsabilità dell'insegnamento. Per fortuna esistono possibilità di
ottenere del tempo libero, come le alternanze e i congedi fra cui prevale il
Sabbatical, termine che in questo caso non deriva dall'orgiastica «mezzanotte
delle streghe» medioevale, bensì dalla saggezza biblica che prescrive la
necessità di un utile riposo. Infatti il Sabbatical è da concedersi
tradizionalmente ogni sette anni, con la durata di un semestre, per «studiare,
fare ricerche, scrivere e viaggiare a scopo di sviluppo professionale», come si
legge nella dichiarazione più recente dell'Associazione Professori Universitari
Americani.
Quasi tutte le poesie della presente raccolta, disposte in ordine cronologico
eccetto la prima e quella conclusiva, sono state scritte o pensate durante il
mio Sabbatical del 1985. È questa la ragione del
titolo, anche perché serva da appoggio morale ai sindacati universitari e ai
dirigenti più capaci che sostengono un'equa concessione del Sabbatical.
Attualmente alla mia e in molte altre università prevale un sistema
amministrativo che rende sempre più difficile il regolare ottenimento di questo
semestre libero dagli impegni dell'insegnamento; quasi fosse invece interpretato
secondo le orge notturne di streghe e diavoli, con lo scopo evidente di ridurlo
da diritto a privilegio. E riuscendo forse a fare di ogni professore, per dirla
scherzosamente con il poeta inglese Charles Lamb,
un
«Sabbathless Satan» (Satana senza Sabbatico). Questa espressione si
trova in «Work» (Lavoro), sonetto scritto da Lamb nel 1819. L 'ho tradotto con
una rima che mi sembra più adatta a mantenerne lo spirito polemico in una
lingua e tempi diversi, decidendo di pubblicarlo nell'Introduzione alle mie
poesie del Sabbatical.
LAVORO
ALLA
MIA TERRA
LA SCUOLA DI MATTEO
IL
MIO AMICO
ARIA SERENA, QUAND'APAR L'ALBORE
OTTOBRE
A FONTANELLATO
QUELL'ESTATE
DI SAN MARTINO
GHIRLANDE
DI ROSE E RIBES
I
DISPERSI DI PIEVE
DOLCE
PAROLA, INDUGIA
PATERNO PO
LA «CAMPAGNOLA»
A MIO FRATELLO CONVALESCENTE
MIRACOLO A MONTEMANOLO
"... SENTENDO COM'È GRANDE UN UOMO QUANDO È NELLA SUA NORMALE DIMENSIONE UMANA "
MA
IN AMERICA NO, E POI NO
NELLA
CASA DI VIA MAPLEWOOD,
IL
VENTO DI SCANSANO IL
NIDO NUOVO FRUMENTO
DI PIEVE
SALSOMAGGIORE
FANCIULLEZZA
UNA
SERA DI GIUGNO 1940
IL
PARTIGIANO DI SANTA LUCIA
QUANDO LE STAGIONI ERANO
ETERNE
COMPLEANNO
VAL
DI DESIO
IL
RIBES
FORSE
UN DELICATO MISTERO
SABBATICAL,
IN CERCA DI PERFEZIONI
GL'INDIANI
L
'ULTIMO BALLO
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